Perche la riparazione di Don Giorgio Bellei - Parrocchia dello SPIRITO SANTO MODENA

Parrocchia dello SPIRITO SANTO Modena
INSTAURARE OMNIA IN CHRISTO (Ef.1,10)
Ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose. Era il motto di S.PIO X che questo sito fa proprio.  
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Perché la riparazione?
Don Giorgio Bellei

La risposta è già contenuta nei primi capitoli del libro della Genesi.
Dio è il Creatore e Signore di tutte le cose. Tutto viene e dipende da Lui. Lui ha fatto il progetto: nessuno può farne un altro.  Satana è colui che non accetta la Signoria di Dio e quindi vuole fare un altro progetto: per questo tenta l’uomo alla ribellione.
Quando l’uomo non si fida di Dio e cambia le carte in tavola, vivendo come vuole lui e non secondo il Creatore, è come se accusasse Dio di essersi sbagliato nel progettare le cose. Commette dunque un grave peccato contro Dio stesso. Dichiara infatti decaduta la legge divina e ne inventa un’altra. Però di matrice satanica. Dio punisce l’uomo che decade dalla Sua Grazia, ma promette la Salvezza mediante “Uno nato da donna”. Anche punendo, Dio è misericordioso. Fin qui siamo di fronte ad un dato indiscutibile di fede rivelata.
Quando una cosa si rompe occorre ripararla. Per questo si è incarnato Gesù.
Il peccato dunque accusa sempre Dio di essersi sbagliato nel dare la Sua Legge morale, anche quando è commesso in segreto. Ma al peccato segreto corrisponde una correzione segreta. Se invece il peccato è pubblico e sbandiera come buono uno stile di vita omosessuale che la Sacra Scrittura condanna senza remissione, (anche i vescovi più modernisti, devono qui chinare la testa) la correzione deve farsi sentire anche in pubblico. Ecco: sta tutta qui la risposta al perché fare una processione di riparazione al “Summer Pride”.
Non si prega “contro qualcuno” come i buonisti vogliono far credere, ma si prega contro satana, come si fa negli Esorcismi. Tutte le preghiere contro i nemici sono nella Chiesa rivolte contro “il Nemico”, che stravolgendo la libera volontà dell’uomo, tenta di distruggere il piano di Dio. Si prega per dire a Dio che noi ci siamo e che Gli vogliamo bene, che stiamo dalla Sua parte come Maria e Giovanni ai piedi della Croce.
Questa è la riparazione.
Prendendo in faccia il disprezzo e la critica di una cultura opposta alla Fede. Ma alla fine, poi, questo disprezzo lo prendono anche coloro che dialogano con lo stile di vita omosessuale a cui viene rinfacciato di dire parole accoglienti ma di essere comunque contro l’omosessualità. Le lettere dei presidenti arcigay di Reggio-Emilia e di Rimini ai rispettivi vescovi lo dimostrano.
Si prega per pentirsi e per dire a Dio che anche noi col peccato Lo abbiamo accusato negando la Sua legge, e per chiedere aiuto per non farlo più. Si prega non con le maledizioni dei “fratelli maggiori” che recitano contro i Cristiani attraverso il Talmud, ma con le litanie dei Santi, il Rosario e l’atto di riparazione al Sacro Cuore scritto da Pio XI.
Che male si fa? Si viola la libertà di espressione del pensiero affermando senza offese il proprio? Dicendo: - Dio, vogliamo stare con Te e con nessun altro? -  Qualche vescovo abbia il coraggio di dirci se ciò costituisce un’ eresia o uno scisma.
Non si pronuncia nessuna parola offensiva, né si ostentano travestimenti o immagini lesive del rispetto ai simboli religiosi. Mentre questi atteggiamenti abbondano in ogni gay pride. Non ci si sveste ma ci si riveste della propria Fede e si mostra gratitudine a Dio e alla Chiesa per avercela donata. Gratitudine è un concetto diverso da orgoglio. Gratitudine a Dio che ci ha amati, come ama tutti, compresi i lontani.
Saremo rivestiti di fede e di Carità. Primi fra tutti i preti, anche se molti, pavidi, si nasconderanno.

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